L'intervista completa al Corport-StadioQuanto è motivato Alessio Cerci?
«Da uno a cento, cento».
E i suoi compagni?
«Sono motivatissimi. Come me».
Qual è il suo obiettivo minimo?
«Giocare più partite possibili».
E quello della Fiorentina?
«Entrare in Europa League».
Fra i nuovi arrivati chi l’ha sorpresa di più?
«Andrea Lazzari».
Può essere Romulo il vice-Cerci?
«Lo dirà il campo».
Se fosse arrivato Ramirez, avrebbe chiesto di essere ceduto?
«No, assolutamente».
La scorsa stagione ha realizzato, in campionato, sette gol. E’ pronto per battere il record di marcature di Pisa, dieci?
«Speriamo di sì, ce la metterò tutta».
Quanto a estro, tra lei e il Tanque, la Fiorentina è da...“scudetto”?
«Non esageriamo».
Prandelli dice di aver lasciato, contro la Slovenia, Gilardino in panchina perché non sereno. Lei come lo vede?
«Io l’ho visto motivato fin dal primo allenamento. E’ tranquillo, sereno».
Perché, quando il City l’ha cercata, non ha chiesto di essere ceduto nonostante il malumore della gente?
«Perché ho visto la gente cambiare opinione, in passato c’erano stati dei problemi, ma ci ho messo una pietra sopra. Ho fatto un passo indietro dopo aver sentito i primi applausi, perché erano sinceri. E ho scoperto una Firenze diversa».
Ha mai pensato di mollare tutto?
«Si, di mollare e di mandare tutti all’inferno. Non l’ho fatto solo perché sono maledettamente orgoglioso».
Dopo la lite con Di Canio, Clarke ha lasciato lo Swindon. Perché lei dopo le contestazioni subìte non ha detto basta?
«Perché non mi arrendo mai e perché sono consapevole del mio vero valore. Se avessi mollato avrei dato per primo uno schiaffo a me stesso».
Qualcosa, però, dopo la partita con il Cittadella è cambiato. Non crede?
«Il gol è stato un alleato decisivo, ho giocato con grande serenità mentale e, onestamente, fischiare un Cerci come quello che si è visto in Coppa sarebbe stato difficile. Respiriamo finalmente il clima giusto, i tifosi hanno capito che devono starci vicino, sostenerci, anche applaudirci. E’ la nostra benzina».
Un consiglio a Montolivo: accettare il rinnovo o continuare da separato in casa?
«Riccardo sa benissimo quello che deve fare. Io, di certo, non mi metto in mezzo».
Perché a San Piero a Sieve, durante un allenamento, lasciò il campo dopo un rimbrotto di Mihajlovic?
«L’ho fatto apposta (scherza, ndr).Perché avevo visto le previsioni meteo su Newcastle. Mi sono risparmiato la pioggia. Però (e qui si fa serio davvero, ndr)vi assicuro che non succederà mai più».
Che cosa pensa quando sente la gente che pur di ferirla tira in ballo la sua romanità?
«Io sono romano e lo rimarrò sempre. Sentire certi commenti mi dà noia, eccome. Perché c’è la volontà di dipingere in maniera negativa i comportamenti di chi viene dallamia città. Non possiamo essere attaccati solo perché siamo nati a Roma».
Che cosa significa avere una casa tutta propria per lavorare, ovvero il mini centro sportivo nel quale di allenate da martedì?
«E’ tutta un’altra cosa. Abbiamo tutto: la palestra, la piscina, un campo da gioco bellissimo, degli spogliatoi funzionali. Può diventare un valore aggiunto».
Chi vincerà lo scudetto?
«Il Milan».
Chi sarà il giocatore rivelazione del campionato?
«Io, Alessio Cerci».
Quale squadra sarà la sorpresa del campionato?
«LaFiorentina».
Chi andrà in Champions?
«SicuramentelaRoma».
Il Napoli in Champions riuscirà a dire la sua?
«Nonsarà facile, ma penso di sì».
La Roma agli americani: che effetto le fa, lei che hai vissuto l’era-Sensi?
«E’ stato un cambio di proprietà importante, è stata fatta una rivoluzione totale. Speriamo che la squadra riesca ad esprimersi ad alti livelli fin dall’inizio, anche perché la campagna acquisti portata avanti è stata davvero notevole».
Totti-Luis Enrique: c’è davvero il rischio di una rottura?
«Io Francesco non lo metterei mai in discussione, ma so che anche che lo stesso Totti ha fatto un appello perché tutti si stringano intorno alla Roma e a Luis Henrique».
Osvaldo e Cerci accomunati da un destino simile: arrivati, sbeffeggiati e poi applauditi. Perché?
«Perché in Italia, spesso, non c’è voglia e tempo di aspettare i giovani, né di lavorare sui talenti di qualità, anche se acerbi. Lo stesso, d’altra parte, è successo sempre alla Fiorentina per Pazzini che, contro la Slovenia, ha segnato il gol che vale Euro 2012».
La Juventus è tra le regine del mercato?
«Con l’arrivo di Vucinic sì».
L’Inter senza Eto’o, costretta a fare a meno in Champions di Forlan, quanto ha perso?
«Tanto. Eto’o è uno dei centravanti più forti al mondo, forse il più forte in assoluto. Ma questa sarà la stagione di Diego Milito».
La Lazio quanto è più forte rispetto ad un anno fa?
«Si era rafforzata molto, ma con la cessione di Zarate l’ultimo giorno di mercato ha chiuso, di fatto, pareggiando i conti».
Domani si comincia con Milan-Lazio: che cosa si aspetta?
«ChevincailMilan».
Conte, Gasperini, Luis Enrique: chi la incuriosisce di più e perché?
«Luis Enrique, perché mi hanno detto da Roma che sta lavorando con un metodo diverso. Adesso voglio vederli in campo».
Che effetto le ha fatto vedere il calcio fermarsi per il mancato accordo tra Aic e Lega?
«Non è stata una bella immagine».
Dove arriverà il City?
«In alto, come minimo tra le prime tre di Premier League».
Premier, Liga, Bundesliga, Ligue1: quale campionato l’affascina di più?
«La Premier League».
Per quale lascerebbe l’Italia?
«E chi ha detto che la lascio?».
Chi è il migliore giocatore straniero?
«Zlatan Ibrahimovic».
Che cosa gli ruberebbe tecnicamente?
«Il suo destro. Ma lui è un fenomeno, quindi gli ruberei un po’ tutto».
Che cosa preferirebbe tra la vittoria della Coppa Italia, la qualificazione in Europa League e una convocazione in azzurro?
«La qualificazione in Europa League».
Ma alla Nazionale ci crede?
«Vestire la maglia azzurra è il sogno di ogni ragazzo che si avvicina al mondo del calcio. Lavorerò anche per questo».
Che cosa si ricorda del gol segnato la scorsa stagione al Bologna?
«Un grandissimo cross di Vargas ed io, di destro, che l’ho messa dentro».
Quanto fa paura Di Vaio?
«E’ un grande centravanti. Uno come lui non va mai sottovalutato».
E’ favorevole al contributo di solidarietà?
«Sì, credo si debba tutti fare qualcosa di concreto in un momento tanto difficile».
Cerci come Balotelli: due giocatori che si odiano o si amano. Martedì Balotelli al Franchi è stato sommerso di applausi. Perché?
«Gli applausi per Mario mi hanno fatto un grande piacere. C’ero anche io allo stadio e li ho sentiti. E’ un giocatore dalla personalità molto forte, uno di quelli che possono fare la differenza. La gente lo ha visto battersi, lo ha capito e lo ha sostenuto. Firenze è una città un po’ così: si deve innamorare di un giocatore e Balotelli è uno che colpisce la fantasia. Tecnicamente, poi, è uno dei più forti».
C’è un consiglio o un suggerimento a cui è particolarmente legato?
«Porto sempre con me quello di chi mi ha ribadito ogni volta di scendere in campo sereno, senza pensare se non a giocare, tirando fuori tutto quello che ho».
Conosce Luciano Chiarugi? E’ stato un grande campione che a Firenze ha vinto lo scudetto. Un’ala, mancina, che sapeva dribblare come pochissimi in Italia.
«Me ne hanno parlato, so che era un grande giocatore che è stato anche al Milan e che aveva un dribbling secco, che faceva male ai difensori».
A Firenze lo avevano soprannominato “cavallo pazzo” perché alternava grandi prestazioni a partite meno riuscite. Era un giocatore molto estroso, proprio come lei. Ma Cerci come vorrebbe essere soprannominato, il romano-matto?
«No (ride, ndr). Mi piacerebbe Alessio-gol».
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