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CHIEVO VERONA - ACF FIORENTINA 0:1

Started by Chiesa, 10/03/11, 16:53

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Chiesa

Chievo: contro i viola classico 4-3-2-1 senza Fernandes

Con la Fiorentina il Chievo non dovrebbe cambiare più di tanto rispetto alle ultime uscite, con il 4-3-1-2 - scrive La Nazione - composto da Guana, Rigoni e Costant in mezzo al campo e, in attacco, Bogliacino a sostegno delle due punte Thereau e Pellissier. Dietro, poi, la consueta linea a quattro con Mandelli e Andreolli centrali e Sardo e Mantovani sulle corsie difensive esterne. Assente Fernandes per squalifica.

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Campedelli difende i colori e i simboli veronesi del Chievo

Intervista al presidente del Chievo Luca Campedelli sul sito ufficiale dei gialloblu, prossimo avversario della Fiorentina. In realtà non si parla di calcio giocato ma della querelle con i tifosi dell'Hellas Verona sull'utilizzo dei colori e dei simboli cittadini da parte del Chievo: "Dopo le minacce di quest'estate, una frangia anonima della tifoseria dell'Hellas Verona è tornata all'attacco, distribuendo un volantino intimidatorio per rivendicare un assurdo diritto di prelazione sull'utilizzo dei colori gialloblù e della Scala. Sinceramente - dice Campedelli - più che di una polemica vecchia credo si tratti di una polemica sterile. Nell'immaginario collettivo i colori gialloblù e la Scala degli Scaligeri rappresentano la città di Verona, di cui il Chievo fa parte. Personalmente credo che una tale presa di posizione da parte di un determinato gruppo di persone si possa imputare solamente a una scarsa conoscenza storica. Ricordo a tutti che il Chievo utilizza i colori gialloblù e la scala da più di cinquant'anni, mentre la polemica è una questione molto più recente. La mia veronesità e quella del Chievo non sono in discussione. Quindi non penso minimamente a modificare alcunchè".

http://www.violanews.com/news.asp?idnew=74176
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A Verona sfida anche fra gli amministratori

Sfida calcistica fra amministratori del Comune di Firenze e quelli di Verona, guidati dai due sindaci Matteo Renzi e Flavio Tosi. La partita si svolgerà domenica 13 marzo nella città scaligera a poche ore dalla partita di campionato fra Chievo e Fiorentina.

Dopo la vittoria nel match disputato a Parma e nel trofeo Alessia Ballini a Coverciano, la squadra di Palazzo Vecchio guidata da Enrico Bertini, torna in campo per una sfida storica che si ripropone dopo qualche anno di assenza. Della squadra degli amministratori fiorentini (che scenderà in campo con la divisa viola della Fiorentina) fanno parte, oltre al sindaco, assessori, consiglieri comunali e di Quartiere. Dopo Verona sono già in calendario sfide con Cesena, Bologna e Brescia in concomitanza con le partite di campionato della Fiorentina.

http://www.violanews.com/news.asp?idnew=74187
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Qui Chievo, squadra al completo

Non c'è stata la solita amichevole del giovedì oggi al centro sportivo gialloblù di Peschiera. Il programma della squadra, che si è allenata al completo: riscaldamento, lavoro di possesso palla ad obiettivi e una partita a tutto campo. Domani è in agenda un altro allenamento pomeridiano con inizio alle ore 15, sabato la rifinitura a porte chiuse.

http://www.violanews.com/news.asp?idnew=74198
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Altro che giovani: Miha sogna il rush finale

Altro che lanciare i giovani. Sinisa Mihajlovic non ha nessuna intenzione di fare esperimenti in questo finale di stagione. La Fiorentina non ha ancora i famosi 40 punti in classifica ma non è certo questo ad indurre il tecnico serbo ad insistere con i "big". Lui non ha perso le speranze di arrivare in Europa e farà di tutto per riuscirci. In palio del resto c'è anche il suo futuro: se la Fiorentina finisse alla grande rimontando fino alle prime 7 posizioni la sua permanenza in viola sarebbe molto probabile, anche se c'è chi si dice sicuro che Mihajlovic sarà confermato a prescindere, o quasi.

Sinisa ha dimostrato - e di questo gli va dato atto - di saper scommettere sui giovani e Camporese è l'esempio più lampante. C'era emergenza, vero, ma altri allenatori (magari anche Prandelli) avrebbero adattato qualcuno fuori ruolo piuttosto che rischiare un 18enne in un frangente delicato. Mihajlovic non ha paura a lanciare i giovani ma in questo momento ha un altro obiettivo in testa: dimostrare che senza i tanti infortuni la stagione viola sarebbe stata diversa. Adesso che l'infermeria va svuotandosi, il tecnico può presentare finalmente la Fiorentina che aveva in testa in estate e che secondo lui poteva puntare alla Champions.

Chi cullava speranze di vedere alcuni ragazzi di Buso 'promossi' in prima squadra dovrà quindi ancora pazientare. La riprova si è avuta con l'amichevole odierna contro gli Allievi: nessuno dei vari Salifu, Carraro, Agyei o Iemmello è stato inserito al fianco di Montolivo e compagni e, anzi, è stato buttato dentro un po' a sorpresa un D'Agostino con la mano rotta. Il che lascia pensare che contro il Chievo, nonostante la squalifica di Donadel, non ci sarà nessun Primavera neanche in panchina. Lì semmai dovranno accomodarsi i giovani della Prima Squadra: da Camporese a De Silvestri, da Ljajic a Babacar. In campo gente esperta e campioni da recuperare: Mihajlovic si aggrappa a loro.

http://www.violanews.com/news.asp?idnew=74199
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Chiesa

Due mesi per tornare Vargas

Anche così sono state suffi­cienti poche accelerazioni per capire che Juan Vargas può essere ancora il valore aggiunto della Fiorentina. La volata dirom­pente sulla fascia, il pallone ben attaccato al piede sinistro, il cross dal fondo senza che l'avversario possa intervenire dopo la rincorsa affannata: lampi piuttosto rari di un Vargas che era e che sta cercando di essere tra adduttori dolenti, caviglie di­storte e futuro da scrivere.

FIRENZE SI', FIRENZE NO - Partiamo proprio dall'ultimo punto che è punto tutto da de­finire, nonostante un contratto in essere che scade a giugno 2013. Già la scorsa estate ci sono stati scricchiolii sinistri nel rapporto, provocato da voci che volevano il peruviano ora destinato alla Juventus, ora al Bayern, ora al Barcellona e ora chissà dove. Di fatto o, forse, no, il mancino ex Catania era assurto giocoforza a uomo­mercato della Fiorentina, ma col trascorre­re dei giorni e delle settimane le voci si so­no tramutate in sussurri e poi in silenzio assoluto. Però, quegli scricchiolii mai con­cretizzati in malcontento pronunciato han­no di fatto un po' minato il rapporto stesso, tanto che del Vargas entusiasta, del Vargas travolgente, del Vargas centro focale del progetto Fiorentina, si sono perse via via le tracce. Colpa, come detto, pure dei ripetu­ti infortuni, ma quelli si superano e sem­brano essere superati. La questione cam­min facendo è diventata un'altra: Vargas vuole sempre la Fiorentina?

CAPITALE SVALUTATO - E la Fiorentina vuole sempre Vargas? Per avere una risposta at­tendibile occorre rifarsi alla strategia po­litica fin qui portata avanti dalla società dei Della Valle con Corvino al posto di co­mando operativo: i campioni il club viola se li tiene stretti, salvo richieste espresse dei diretti interessati (e non è affatto auto­matico vengano accolte) e salvo offerte­monstre che rendono tutti cedibili e nessu­no incedibile e non solo dalle parti di Cam­po di Marte, ma di proposte allettanti per Vargas la scorsa estate alla fin fine eviden­temente non ne sono arrivate. Stavolta, in aggiunta, c'è un aspetto che concorre ad ostacolare qualsiasi eventuale forma di trattativa: il deprezzamento del cartellino di Vargas causa i molti problemi e le pre­senze ridotte in stagione. Pagato 12,5 mi­lioni, il centrocampista sudamericano al termine della passata stagione valeva mol­to di più e oggi invece sarebbe arduo riprendere quei soldi.

DIECI POSSONO BASTARE - Allora, per rivalu­tareil capitale-Vargas e per capire quali saranno gli scenari futuri, fondamentali di­ventano le dieci partite che mancano al termine del campionato. Dieci partite che possono servire a Vargas per riconquistar­si un ruolo da protagonista e per rimetter­si al centro del succitato progetto, in modo tale che anche la Fiorentina avrà gli stru­menti adatti per giudicare se il calciatore può essere davvero il valore aggiunto come lo è stato in tante occasioni. Sempre che esista la volontà di proseguire una strada comune, altrimenti il finale- sprint aiute­rebbe comunque alla realizzazione del pia­no- B: cessione con ricavo importante.

OBIETTIVO COMUNE - Per ora l'obiettivo di Vargas e della Fiorentina va nell'identica direzione: ritrovare il miglior Vargas. Ne gioverebbe l'uno e l'altra, in tutti i casi. Perché è impossibile negare che tra le con­cause dell'agosto-febbraio al di sotto delle aspettative della squadra di Mihajlovic non abbia inciso la lunga indisponibilità dell'esterno che ha saltato quattro gare nel periodo autunnale e, soprattutto, le diecisuccessive alla sosta natalizia fino al rien­tro con la Sampdoria. Un rientro "zoppo" con tre spezzoni all'attivo per un totale di appena 77 minuti senza iniziare mai da titolare.

L'UOMO DEGLI ASSIST - Insomma, ancora non è il vero Vargas. Siamo lontani dal calcia­tore che si caricava sulle spalle la Fioren­tina e la trascinava verso vittorie esaltanti segnando gol straordinari (il 4-1 rifilato al­la Roma nell'anno della prima qualifica­zione ai preliminari di Champions League) o fornendo palloni altrettanto strepitosi (a Gilardino ad Anfield nello storico 2-1 al Li­verpool). Ecco, considerando che Gilardi­no è sempre stato il beneficiario principe degli assist di Vargas e che Mutu sta tor­nando Mutu, i cross forti e precisi del pe­ruviano possono essere l'arma in più della Fiorentina all'inseguimento di un sogno chiamato Europa. Quell'Europa che sareb­be un buon motivo: o per continuare insie­me o per separarsi con reciproca soddisfa­zione.

http://www.violanews.com/news.asp?idnew=74212
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Chiesa

Sorpresa, c'è D'Agostino. Può giocare con un tutore

Dalla partitella spunta quello che menoti aspetti: Gaetano D'Agostino. Il centrocampista operato appena il 3 marzo dal professor Bufalini, si e presentato davanti alla difesa, a dirigere il traffico, con un tutore alla mano destra. Con la stessa protezione potrebbe giocare domenica a Verona contro il Chievo. E stando ai sussurri, l'ex regista dell'Udinese oggi avrebbe molte chances di partire da titolare. Poi Vargas: il mancino e stato impiegato nella ripresa, nel ruolo di mediano. Ormai un classico per lui. La sensazione, pero, e che Vargas ripartira dalla panchina. Per la cronaca, il test in famiglia contro gli Allievi viola e finito 5-0 per la squadra di Mihajlovic, con i gol di Donadel, Babacar, Gamberini, Gilardino e Santana. Da segnalare anche una traversa di Cerci e un palo di Babacar. Note a margine: un bel sole ha illuminato il pomeriggio, ma i tifosi, nonostante le porte aperte e le felici condizioni meteo, non hanno voluto approfittarne. Saranno stati trecento in Maratona...

Nel primo tempo Mihajlovic ha scelto questi undici: Boruc, Comotto, Mateo, Natali, Pasqual, Behrami, D'Agostino, Donadel, Cerci, Ljajic, Babacar. Nella ripresa: Neto, De Silvestri, Camporese, Gamberini, Gulan, Marchionni, Montolivo, Vargas, Santana, Mutu, Gilardino. Modulo sempre uguale: 4-3-2-1 anche se Mutu, rispetto alla gare di campionato, ha giocato piu alto. E andiamo alle considerazioni partendo, appunto, dal centrocampo. Mihajlovic e sempre stato chiaro: "Non esiste un dualismo D'Agostino-Montolivo, i due possono tranquillamente giocare assieme. Semmai il dualismo e tra D'Agostino e Donadel". Allora, se Donadel e squalificato, tocca a D'Agostino, sempre che il play viola sia recuperato, ma stando alla partitelle di ieri le condizioni, tutore a parte, paiono ottime. Ancora una volta, comunque, Mihajlovic ha dimostrato di preferire Montolivo nelle veste di interno destro o sinistro, piuttosto che regista davanti alla difesa. Il capitano viola non ha mai fatto mistero di sentirsi benissimo piantato di fronte alla retroguardia - diciamo alla Pirlo -, ma decide il tecnico e quindi avanti su questa strada. Se a Verona, dunque, i due giocheranno assieme, l'altro mediano, salvo sorprese, sara Behrami. Vargas, quindi, dovrebbe entrare a partita in corso. Anche perche tra le linee, a ridosso di Gilardino, si accomoderanno di nuovo Santana e Mutu. In difesa a destra eterno ballottaggio tra Comotto e De Silvestri con il primo spesso in vantaggio sul secondo, al centro Gamberini e Natali, ma occhio a Camporese. A sinistra non ci sono alternative: il titolare e Pasqual.

Verona, pero, avra un'insidia in piu per i viola: il manto erboso. E probabilmente il peggiore d'Italia, la cosa è risaputa. I portoghesi lo definirebbero un patatao (la traduzione e facile: campo di patate). In questo senso i giocatori piu tecnici, soprattutto D'Agostino - pensando all'impostazione della manovra - rischieranno di veder notevolmente azzoppato il loro potenziale. In linea teorica servirebbe piu una Fiorentina di mediani che di piedi buoni, ma Mihajlovic ha intenzione di giocarsi questa carta fino in fondo. Di sicuro mai come stavolta alla Fiorentina servirà pazienza nell'orchestrare un gioco e grande attenzione a non perdere palloni dalla traiettoria bizzarra. Infine Stefan Jovetic: ieri il montenegrino, accompagnato dal dottor Manetti, e volato in Germania, ad Augsburg, per sostenere l'ultima visita di controllo. Pare sia andato tutto bene e all'inizio di aprile sarà a disposizione di Mihajlovic.

http://www.violanews.com/news.asp?idnew=74209
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L'assalto all'Europa riparte dov'era cominciato tutto

L'assalto all'Europa ripar­te da Verona. Da dove, cinque anni fa, il sogno ha avuto inizio. Era il 14 mag­gio del 2006: a spingere i viola oltre l'immaginazione, a trascinarli diretti verso i preliminari di Champions League, i primi dell'era Della Valle, c'erano oltre sedicimila fiorentini. Servivano i tre punti per volare dritti fino in paradiso, e nessuno sbagliò, né Toni né Dainelli, i due marcatori. Su quel cielo dipinto a festa calò subito la paura, figlia dell'uragano calciopoli che di lì a poco si sarebbe scatenato. L'Europa, quella conquistata al Ben­tegodi, fu cancellata in un attimo.

IL RISCATTO - Stavolta, invece, la storia potrebbe restituire qualcosa ai viola. Una vittoria rischia davvero di riaprire le porte del paradiso, di lanciare la Fiorentina verso nuovi obiettivi, gli unici in grado di riaccendere l'entusiasmo in una stagione maledetta: fal­lire significherebbe davvero doversi accontentare di un campionato ano­nimo. Anche per questo nessuno vuo­le darsi per vinto. Lo ha detto Miha­jlovic, lo ha ribadito Mutu: il bello de­ve ancora venire. Toccherà ai più esperti vestire i panni dei leader, di coloro capaci di indicare la strada da seguire. Giocheranno i migliori, il tecnico serbo non ha dubbi: fino a che la matematica non avrà escluso la Fiorentina dalla corsa verso l'Europa non ci sarà spazio per gli esperimen­ti.

UN NUOVO INIZIO - La battaglia, quella che rischia di diventare il simbolo di una stagione affrontata di petto, nonostante le tante difficoltà, è soltanto all'inizio. E pure la lunga lista di in­fortunati, che fino a oggi non ha per­messo a questa squadra di esprimer­si per come invece era stata costrui­ta, sta scemando: Frey è tornato in gruppo, Mutu sta recuperando la con­dizione fisica migliore e pure Jovetic, il giocatore simbolo della nuova Fio­rentina, è finalmente giunto alla fine del tunnel. Le dieci gare che comple­teranno il campionato altro non sa­ranno che una corsa contro il tempo: non saranno permessi passi falsi, pe­na l'esclusione da tutto. Ogni partita sarà più di un esame di maturità: c'è da far dimenticare l'amaro epilogo dello scorso anno quando, dopo l'eli­minazione dagli ottavi di finale di Champions League, il terreno sotto ai piedi franò miseramente, ma soprat­tutto c'è da buttare giù il muro della diffidenza.

LA STORIA CHE INSEGNA - La squadra sa di potercela fare: c'è da convincere una città mai paga di successi. I vete­rani lo sanno benissimo. Gamberini, Pasqual, Montolivo - seppur per una manciata appena di minuti - e pure Donadel (che domenica sarà tuttavia squalificato) quel 14 maggio al Bente­godi c'erano. Loro hanno vissuto tut­to: la gioia sfrenata di chi sa di aver scritto un pezzo di storia, la paura per uno scandalo che da lì a poco avreb­be coinvolto pure la Fiorentina, e pu­re la rabbia di chi ha dovuto poi con­vivere con la zavorra di una penaliz­zazione che pareva impossibile da asciugare. Loro però hanno pure im­parato che rialzarsi da terra è possi­bile. Lo ha insegnato Mutu con i suoi gol, ma pure Santana e Gamberini.

CLASSIFICA E ORGOGLIO - Toccherà a lo­ro dare l'esempio, a loro dimostrare di saper ancora una volta rovesciare la prospettiva. A muso duro. Rispetto ad un anno fa, c'è soltanto un punto di differenza in classifica, ma pure la consapevolezza che tre delle quattro partite più impegnative - Roma, Mi­lan e Juventus - si giocheranno tutte davanti al proprio pubblico. Basterà poco per riportare alto l'entusiasmo tra i tifosi, per trasformare il fortino del Franchi in una fortezza: tre punti contro il Chievo, domenica, anche per questo motivo valgono più di ogni al­tra cosa. Per la classifica, ma soprat­tutto per l'orgoglio.

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- AMORE MIO - LA LUCE DEL MATTINO